Di canzoni bellissime e deficienti

Sto odiando la radio in questo ultimo periodo: parlano parlano parlano fanno pubblicità e ogni tanto, quando si ricordano mettono una canzone. La maggior parte poi, mettono canzoni brutte, che dei tizi di Amici e X-factor e Ligabue-Jovanotti non se ne può più. Magari ti piace anche ascoltarli perché son simpatici, tipo La Pina e Diego, però poi mettono musica orribile, appunto. Quelli che mettono musica bella invece sono odiosi, ciao Tropical pizza.
E quindi io mi faccio i cd, come una volta, come gli innamorati, mi faccio le playlist e le metto in macchina, ognuna con un titolo diverso: c'è il cd Depre, anni 80, quello scemo, quello serio e la discografia degli Oasis, quella non si divide in playlist.
In questi giorni ho riscoperto il cd scemo di qualche anno fa, e quindi la mattina mi si può vedere mentre aspetto in macchina in stazione cantando e ballando da seduta Katy Perry e Bruno Mars.
Questo ascolto profondo e ripetitivo dello stesso cd mi ha portato a capire una cosa: ebbene sì, le canzoni in inglese sono tanto brutte quanto le italiane. Katy Perry non è più profonda di Arisa, Sole cuore amore non è più stupida di Not fair di Lily Allen, canzone che canto ossessivamente da una settimana, e ormai sono coinvolta con i problemi della povera Lily, che ha trovato l'uomo perfetto ma ha i dubbi perché lui non è bravo a letto.

It'not fair, and I think you're really mean, I think you're really mean, I think you're really mean.

Se fosse in italiano lo odierei, invece lo amo lo amo lo amo. E amo anche te, ti prego Lily, torna.

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