Altro che uomini, voglio uova e zucchero da sbattere

Non lo so se si può, non lo so se una persona può studiare felice, andare convinta a un'università che le piace, laurearsi nei tempi e con un bel voto e pensare sempre con nostalgia ai tempi delle lezioni e degli esami, e poi BUM, trovarsi a invidiare la cugina 19enne che ha fatto l'alberghiero.
Forse si può.
Svegliarsi felice il venerdì non perché la sera si beve o si va a ballare ma perché prima di andare a letto puoi mettere a lievitare il panetto e la mattina fare il pane, la mattina impastare gli gnocchi per pranzo e il pomeriggio mettere su il dolcetto per la domenica.
Amici e parenti vari che pensando di essere originali ripetono "dovresti aprire una pasticceria" e tu ridi e rispondi "sì ok, dammi i soldi" e poi pensi alla pasticceria vecchia del tuo paese che si potrebbe rifare e ai muffin nelle alzatine e gli ingredienti direttamente in vetrina con l'angolo preparazione dolci a vista e i tavolini piccoli con le sedie uno diverso dall'altro e un separé fatto di scatole di the di latta e poi no, queste cose succedono alle signore che poi leggi sui giornali, e quelle persone non esistono.
Poi pensi che forse no, forse non ce l'avresti fatta a fare solo quello sempre, forse se quello che hai studiato ti piaceva c'è un motivo e forse devi solo trovare il modo di combinare le due cose e forse ancora quello che vuoi non l'hai capito. E forse, forse quello che stai facendo adesso ci si avvicina a quella cosa che ancora non sai cos'è. Forse ci si avvicina un bel po'.


Allora forse in fondo, almeno c'è una cosa che non va così male.

Chi ascolta tutte le canzoni del post vince un premio

Ci sono delle cose che lo sai che non devi fare, perché se inizi è la fine: non guardare 500 days of Summer o rimarrai innamorata di JGL per settimane, non aprire i biscotti Misura al cioccolato perché non ti fermerai fino a che il sacchetto non sarà vuoto, non iniziare a guardare su youtube i provini di The voice e x-factor perché perderai tre ore senza rendertene conto e piangerai tutte le tue lacrime.
Era il 2008 quando una giovane (?) e ingenua (?) Michela scopriva le gioie dello streaming e strani siti web dove uno schermo piccolo piccolo attorniato da tette e culi di simpatiche signorine mostrava le puntate di x-factor UK: cantanti bravi, canzoni belle, i capelli e le fossette di Cheryl Cole [sì, quella che si è fatta un tatuaggio gigante sul culo], SIMON COWELL, che voglio dire, una volta che hai visto Simon Cowell tutti gli altri giudici sono niente. Già i provini sono bellissimi: fazzoletto a portata di mano non solo per le storie strappalacrime ma per chiunque, perché io sono debole di cuore e piango anche solo a vedere le facce emozionate di chi riceve un applauso magari per la prima volta.
Quel primo anno mi sono innamorata.


Come fai a non amare uno sfigato ricciolino e pallido vestito probabilmente da un daltonico, che canta una canzone tristissima con voce da castrato e alla fine si mette anche un po' a piangere? [Matt tu non leggere, ti sto denigrando solo far finta di mantenere un minimo di contegno ma ti amo sempre e piango con te]
Poi quella stagione è finita, Max ha vinto, e io che ormai ero dipendente ho iniziato a esplorare le stagioni precedenti. Quello che Simon definisce il miglior provino di sempre effettivamente gasa un casino anche me, che non sono grande fan delle voci "nere"


X-factor UK è stato un grande amore per un po' d'anni: ho visto nascere gli One directions e li conosco più di quanto mi faccia piacere ammettere, ho voluto un po' bene anche a ragazzi che non hanno la voce da donna [ciao James] e anche a qualche ragazzetta con i capelli ipnotici [solo per mostrare che non mi piacciono solo i ragazzi giovani e carini]


Purtroppo come tutti i grandi amori x-factor UK mi ha stancato [che visione estremamente romantica della vita, no?], quasi in coincidenza con l'addio di Simon Cowell che se n'è andato a insegnare agli americani a fare i talent show. La versione US di x-factor purtroppo non è altrettanto bella ma è una tamarrata che piuttosto mi guardo i provini della versione bulgara: se io dico "cheeen liiii tulibudibudatiuuuu" e tu non capisci mi spiace, non possiamo essere amici.

In astinenza mi sono fiondata su The voice, e il secondo amore ora è diventato primo. Avete presente The voice Italia? Ecco, tutta un'altra roba. Il giudice "vecchio" non è Raffaella Carrà, il giudice vecchio è Tom Jones che per fare il figo di fronte agli altri parla di quella volta che ha cantato con Elvis e Nina Simone, mica con Loretta Goggi. The voice è fighissimo: i concorrenti sono già selezionati quindi gli scarsi non ci sono, i giudici cantano un sacco anche loro e in questo caso è bella anche la versione US, dove c'è l'oggettivamente brutto che però fa tanto mmmmh Adam Levine che litiga-scherza sempre con il cantante country e se uno riesce a interpretare i suoni della parlata del sud degli Stati Uniti è anche divertente, oltre a quella inutilona di Cristina Aguilera che da versione Miss Piggy è passata alla versione gatta morta.
L'amore ricade su un ragazzetto emaciato con i capelli alla cazzo 


Ma anche su gente un po' stramba con capelli dai colori improbabili 



Che poi c'è da dire anche una cosa bella, c'è gente tra questi che vince o non vince, ma fa anche delle canzoni belle che poi ti scarichi le canzoni e alla fine te lo dimentichi, che vengono da un talent show. Non come Alessandra Amoroso, ecco.


Uh ocio, mi si sono scaricate le puntate nuove, addio.

PS: Come volevasi dimostrare, ho iniziato a scrivere questo post alle 9:47 e poi mi sono persa a riguardare video.
PPS: Tutti quelli che mi piacciono sono magri e pallidi, quasi biondi, con gli occhi chiari e la chitarra. Boh.

Carinocarinocarino. Carino.

Sono una femmina. Ah, sì, ma va? Si era capito spero.
E in quanto femmina sono debole e sensibile alle cose carine. Ancora peggio sono estremamente influenzabile, da chiunque anche dalla gente che mi piace poco.
Il mio cervello funziona male: le fissazioni altrui le faccio mie e questa cosa succede in modo sistematico.
Era qualche mese fa che ho sentito parlare di una crema 1000 usi e si è accesa subito la lampadina: 1000 usi? Una crema? Io odio le creme, sono pigra, non ho voglia di metterle, non ho voglia di riempirmi di duecento boccette che non finiscono mai. La marca è Be Chic, cos'è Be Chic? Sarà una cosa gne gne che non mi piace, sicuro. Però una crema con tanti usi non è perfetta? E la confezione è carina, il carattere è diverso dagli altri, c'è una storia raccontata sulla confezione, posso riutilizzare la scatola per allenarmi a finire su Sepolti in casa: barattoli e scatole edition. E quindi la compro.
Ma vogliamo non comprare anche quella per il viso? Ma vogliamo non comprare lo scrub?
Sono tutte così carine. Carine carine carine.
E poi la scatola è perfetta per metterci dentro i braccialetti e quella piccola per gli anelli. Se una crema non ha una scatola carina che puoi riutilizzare, cioè, chi la vuole. È il 2013 dio mio.
Ma la cipria? Parliamo della cipria? La scatolina è rosa cipria e nera, il carattere è sempre lui, e dentro c'è il piumino. IL PIUMINO.
   


In pratica manca poco e arrivo ad avere tutta la linea. 
La cosa spettacolare è che tutto funziona, e non è mica facile trovare una cosa che sia bella e allo stesso tempo funzioni davvero: la crema corpo ha un buon profumo, si assorbe subito e non unge ed è buona anche come dopo sole (c'è scritto di metterla anche sui capelli ma non so se sono pronta a tanta avanguardia), la crema della buona notte è bella cicciona, la metto la sera e la mattina ho il viso superliscio e morbido, lo scrub -sono alla seconda scatola - è delicato, ha un profumo buonissimo ed è talmente morbido che ogni volta mi viene voglia di assaggiarlo, la cipria è trasparente, non sbrilluccicisa e fa quello che una cipria deve fare. Ed è così cariiiina.

Quante volte ho scritto "carina"? 
Ciao. Mic, la schiava del packaging.

Piccoli sistemi di aiuto-aiuto

Per le persone paurose, quelle che si fanno mille problemi per tutto, quelle che devo pensare e programmare fino al più piccolo dettaglio e di tutto questo non dicono niente a nessuno perché oltre ad essere imparanoiate sono anche superstiziose quindi tacciono per paura che vada tutto a rotoli.
Per le persone come me.

Ho trovato un piccolo aiuto. Quando sto per partire per uno dei miei trip mentali penso alla ceretta, quella ceretta.
Il paragone regge bene: prima tanta paura, ore, giorni e a volte settimane a pensarci e stare male, durante se va bene non senti niente oppure sei un po' destabilizzato, se ti va male senti un po' di dolore che però dopo tre secondi passa. E poi, poi stai bene, e vorresti averlo fatto prima senza pensarci tanto.

Io faccio così.
Per cinque minuti va meglio.


E liberaci dai carboidrati, amen

È successa questa cosa strana ultimamente, ho notato che se mangio meglio, perdo peso.

Eh brava 10 e lode, hai scoperto l'America.

Ma invece non è ovvio perché non è sempre stato così. Ho passato anni a fare diete a singhiozzo una settimana sì - non cambia niente, cosa sto facendo la dieta a fare - una settimana no. Tre giorni sì due giorni no. Nei periodi di massimo scoraggiamento ho fatto anche un giorno sì uno no o la mattina sì e il pomeriggio no.

Invece adesso, sarà forse l'eliminazione del lattosio e quindi di metà della roba che ho sempre mangiato in abbondanza, sarà un fattore di testa, sarà che BOH, comunque se mangio bene la bilancia lo segna.
Quasi mi viene quasi da chiamarla amica la mia bilancia: mi peso ventordici volte al giorno e ho comprato una bilancia seria di quelle con i numerini (a righe verde petrolio, è bellissima) per essere più precisa. Ogni tanto mi peso, faccio pipì e mi peso di nuovo. Non è una cavolata eh, una volta ho fatto mezzo kg di pipì.

La settimana scorsa ho fatto un esperimento e ho eliminato i carboidrati: da lunedì niente pasta-pane-patate e il venerdì alle 7 la bilancia segnava -1,6 kg. È stato meno difficile del previsto in realtà, dovendo tornare a lavoro è più semplice non mangiare schifezze a pranzo, e il culo ha voluto che la cena che ho trovato a casa la sera mi fosse amica.

Ma sono stronzi i carboidrati, quei maledetti. Il primo giorno senti il profumino del pane alle noci e della focaccia e passi, il secondo giorno lo noti un po' meno e così via, ti senti un po' liberata e dopo pochi giorni pensi di essere guarita. Poi però fai l'errore, dopo una settimana decidi che puoi concederti un pezzetto di pane che non muore nessuno e non appena metti in bocca quei due cm quadrati di bontà ti trasformi in un Renton in crisi d'astinenza che vomita nel suo letto e immagini piccole pagnotte croccanti che camminano a testa in giù sul soffitto mentre sussurri con voce da Gollum Il mio tessssoro quando tua madre ti prende mezzo pezzo del tuo pane.

Andiamo a mangiare al ristorante, ma al sacco

La settimana scorsa per una volta mi sono dovuta portare il pranzo a lavoro, e mi è piaciuto un casino.

Quando lavoro, vado a mangiare in un ristorante self service, il menù è quasi uguale tutti i giorni ma si può scegliere, io ho un po' meno scelta perché burro, latte e formaggio sono infilati ovunque. In più sono anche un po' una rompiballe, quindi va a finire che mangio più o meno sempre le stesse cose. Non pago [non mi è chiaro se il costo del pasto viene scalato direttamente dalla busta paga, in questo caso vabbè, pago comunque molto poco] e questo mi trattiene dal fare un giorno al wok, uno al Mcdonald's, uno al sushi e uno da Panino giusto. Forse anche perché per andare ogni giorno fuori a pranzo mi servirebbe un altro stipendio, ok.

Dicevo che mi sono portata via il pranzo, e ho usato una vecchia scatolina di plastica col coperchio ermetico, che usava mio papà per portarsi il pranzo a lavoro. È stato un pranzo un po' triste, perché la sera prima non ho potuto fare la spesa e comprarmi qualcosa di particolare e sono finita a lessare carote e piselli e due uova. Anche la scatolina era triste.

Poi, giusto qualche giorno dopo, in un negozio ho visto una Monbento, ed è stato amore a prima vista.

Se avessi avuto questo contenitore, il mio pranzo sarebbe stato molto più bello: avrei potuto dividere carote e piselli, cuocere le uova e farle diventare quadrate per inserirle nel contenitore, aggiungere un paio di biscotti e frutta già tagliata e sbucciata. Ci sono anche delle posate superpiatte che stanno tra i due ripiani e una bustina di sicurezza dove inserire il tutto, anche se le chiusure sono già ermetiche.

Sul web è tutta una comunità: cerchi "monbento" su google e ti escono mille pranzi di pollo, polpette, riso e verdure tutte tagliate e incastrate perfettamente tra loro, dolci preparati su misura direttamente nelle formine apposite, salse da mettere nei miniportasalse a forma di maialino o panda. Essendo di origine giapponese ti ritrovi anche un casino di sushi, le bacchette al posto delle posate e le fette di pane a faccina di Hello Kitty, ma è tutto così colorato, piccolo e portatile che credo di essere pronta a mettermi a prepararla ogni sera.


Sapere che domani mi aspetta il solito piatto di prosciutto crudo/cotto e insalatina e sapere che non avrò il pane a forma di orsetto è troppo troppo triste.
Boh, io me la compro lo stesso, vuoi che non facciano prima o poi un altro sciopero che mi costringe a portarmi il pranzo da casa?

La chiamavano signorina Rottermeyer

Quando sei molto miope, gli occhiali sono allo stesso tempo una cosa importante e un dettaglio trascurabile. Si direbbe che uno che ne ha bisogno dovrebbe essere fissato degli occhiali, e magari qualcuno c'è, ma io no: io odio gli occhiali. Non odio gli occhiali in generale, gli occhiali sono belli, ad alcune persone stanno bene [di solito ai belli: un ragazzo da 8 con gli occhiali diventa da 10] ma quando hai delle lenti che sembrano fondi di bottiglia e occhiali che fanno effetto rag. Filini arrivi a non sopportarli, a scegliere montature che si notino il meno possibile, a vivere di lenti a contatto.
Io ho avuto per 20 anni montature tutte uguali e banali: se escludiamo il modello rotondo in ferro da Harry Potter delle elementari ho avuto rettangolare trasparente, rettangolare blu, rettangolare fucsia [una botta di vita idiota], rettangolare nero.
Cosa mi è preso la settimana scorsa non lo so, forse mi sono stufata di vedermi sempre uguale [centrerà qualcosa questa voglia di capelli rossi e frangia?] fatto sta che mi sono ritrovata a provare occhiali strani, colorati, GRANDI. Non esistono più occhiali piccoli, se non vuoi il classico modello da nerd con le lenti giganti quadrate puoi ripiegare solo sugli occhiali senza montatura da Michele Zarrillo. E quello delle lenti grandi è un problema che solo un miope vero può capire.
Alla fine li ho scelti, ho cambiato idea e li ho riscelti, mi sono pentita e poi forse no. Mi guardo e mi sento un po' Zooey, un po' la giappo-cinese-coreana di Unemployed e un po' una scema. Cerco su google bang+glasses sognando di essere la metà figa delle tipe che trovo.


Alla fine mi ci devo solo abituare, non credo che abbandonerò le lenti a contatto usando gli occhiali per andare in posti che non siano il supermercato, ma di certo adesso mi serve la frangia.




E un sistema valido e a prova di impedite per farmi i capelli di Pandora.

Storia di un amore

Ma voi eravate a conoscenza dell'esistenza di quest'arnese magico chiamato sparabiscotti? Perché io no, e da quando l'ho vista per la prima volta ho incontrato solo gente che "ah sì, ma io ce l'ho da ANNI". Che poi son sempre quelli che quando hai male un ginocchio son tre giorni che hanno male la gamba da amputarsela.

Quindi, ci ho girato un po' attorno e alla fine l'ho presa, perché sono una persona debole di cuore e non potevo più farne a meno.
Voglio dire, io non posso mangiare il 99% dei biscotti che si trovano al supermercato e dovrebbe essere proibito per una persona vivere senza biscotti: è un bene essenziale, dovrebbe passarlo la mutua. Senza contare che se per una volta hai culo e dentro la scatola non trovi il color giallo canarino è anche utile per fare delle foto bellissime su Instagram.


Dunque. Il primo tentativo è andato malino perché io ho voluto fare la spavalda e usare una ricetta a caso, mentre devi usare ricette particolari perché se l'impasto è troppo duro non esce ma se è troppo mollo non si stacca dalla pistola e altre menate del genere. 
Oggi il nostro amore è stato portato a compimento, al secondo tentativo ce l'ho fatta, usando questa ricetta, e mi sono usciti dei fiorellini e dei cuoricini e dei quadrifogli bellissimi.


Io non lo so come facevo a vivere senza, e come fate voi.
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