Not gettin' married

Non ho mai voluto sposarmi. Non ho mai avuto una relazione tanto splendida da pensare "ommioddio voglio passare tutta la mia vita con te", anzi, è una cosa abbastanza antipatica da dire, ma mi stufo presto.


Poi la voglia di spendere un casino di soldi per fare una festa in cui inviti gente con cui non parli da mesi e che per mesi andrà avanti a commentare "cheppalle a maggio ho un matrimonio", una messa di due ore che annoia tutti quanti, regali brutti che non potrai mai eliminare.
L'unica cosa che forse potrebbe convincermi a cambiare idea è il vestito, perché a noi che mai andremo agli Oscar quando ci capita di mettere un vestito del genere?

A questo proposito, vorrei lanciare un appello a favore delle maniche, quelle bistrattate maniche: che vi hanno fatto di male? Sì real time, sto parlando con te, sì amiche neo-spose della mia timeline di facebook, perché vi prendete tutti questi vestiti bianchi come il latte, lucidi, con la gonna grande grande tipo meringa che fa gnik-gnok solo a guardarla e il corpetto rigido a cuore sulle tette? Che vi hanno fatto di male il pizzo, il tulle, i volumi moderati, il color crema e sì, loro, le maniche?
Hanno paura che se non ci mostrano la ciccetta sotto le braccia non le vogliamo più bene.

Io ho deciso che non mi sposo così.

Home alone

Mi è sembrato sensato dopo mesi di abbandono del blog tornare e scrivere di scarpe.
Mi è sembrato sensato scrivere di scarpe e non per esempio del fatto che mentalmente sto facendo le valigie perché fra pochi giorni andrò a vivere da sola.
Dopo sei post sul blog, diecimila tweet pieni d'ansia, ventordici cambiamenti di idea, innumerevoli pianti e paranoie mentali succede. Per davvero.
Sono stata convintissima e contentissima nella prima fase, mentre appena prima della firma non riuscivo a ricordare un motivo che fosse uno per cui volevo andare a vivere da sola.

E allora continuo a immaginarmi nella testa scene di me che faccio le cose che fanno quelli che vivono da soli, cerco di recuperare quella sensazione di "magari un giorno...". Guardo la mia board Dream house su Pinterest, cerco tovagliette e cuscini su internet e riempio di post-it e orecchie il catalogo di Maison du Monde, cerco progetti diy per ricavare tavolini da vecchie cassette di legno [tra parentesi, introvabili, quelle cassette di legno]. Guardo film su giovani che ce la fanno.
Poi penso alle che potrò fare una volta che sarò andata a vivere da sola:
- non mettere la pasta dentro al minestrone e frullarlo con il minipimer
- non subire l'interrogatorio ogni volta che esco "cos'hai fatto/dove sei sei andata/chi c'era/chi hai visto/hai bevuto"
- fare colazione un giorno con latte e cereali e il giorno dopo con the e fette biscottate senza dare spiegazioni
- andare a correre senza dover essere per forza a casa per l'ora tassativa di cena
- invitare innumerevoli uomini a casa [ehm ok, vabbè, credeghe]
- girare per casa in mutande
- non dover parlare e rispondere a domande appena sveglia e per le successive due ore
- non litigare ogni giorno per cavolate
- fare insanity senza la vergogna che qualcuno mi veda saltare come una scema
- non comprare carboidrati
- non dover più andare a lavoro in treno
- non dover sentire tutto il giorno quello che mio fratello è in vena di ascoltare a volume da discoteca truzza
- pulire solo quello che sporco io

Cose che mi facevano schifo e invece adesso no: scarpe edition

Che sono una persona debole si è capito, nel senso che la strada per imparare a farmi valere è ancora lunga e lastricata di unghie smaltate con il gel arancione. Un po' l'ho accettato, un po' cerco di cambiare, un po' so che non è possibile del tutto.
Una cosa che invece mi fa tantissimo girare le balle è il fatto di essere una persona influenzabile. Sono così fiera quando racconto di quando dovevo fare un tema e chiedevo consiglio a mia mamma per bocciare tutte le sue idee e poi fare ogni volta di testa mia.
Quel maledetto mondo dell'interweb e di twitter e di instagram però ha un potere su di me che odio e mi ritrovo a volere cose che tre mesi fa dicevo "blah, io mai, che schifo, loser, tutti uguali" e non le compro tutte solo perché 1. mi piacciono ma comunque mi sentirei una deficiente 2. sto risparmiando 3. mi sentirei una deficiente.


Saranno non più di due mesi che parlando con un tipo di ragazze belle e brutte [perché finisco sempre per parlare con i ragazzi di femmine? ok no questo è un altro post] e in senso dispregiativo dicevo "ah ma ti piacciono quelle con le Vans" intendendo quelle finte alternative con le Vans, gli shorts di jeans a forma di culotte e il top frangiato. Il tutto per trovarmi a guardarle in negozio e a pinnare su Pinterest Vans addirittura leopardate. Leopardate e io non è un ossimoro, è di più.
E poi io non porto scarpe sportive, se non per andare a correre, guarda quelle sceme con le scarpe da running e i pantaloni eleganti e il blazer, ma chi pensano di essere. E invece adesso voglio le New Balance, che mia cugina ce le ha tipo dalla seconda media, e mi arrabbio anche perché il colore che voglio a quanto pare esiste solo su Pinterest, mentre il modello che voglio a quanto pare non esiste né on-line né in nessuno dei negozi di scarpe nell'arco di 50 km da casa mia.
Ma vogliamo parlare di tutte le fashion blogger che si comprano questi benedetti stivaletti, che cos'avranno di speciale che sono come tutti gli altri, sono come tutti gli altri solo che costano 430 €, e mannaggia i poveri io 430 € per un paio di scarpe non li spenderò mai. Però tra le tre è l'unica che per l'inverno cercherò, magari con mia mamma, così paga lei.

Oh non lo so perché sono solo scarpe, ne ho altre ma mi son stufata e le scrivo un'altra volta.


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