2016 Books

Ormai è tradizione, a inizio anno arriva il post con i libri letti l'anno precedente e con me che mi lamento di aver letto troppo poco, e a noi piacciono le tradizioni. Quindi inizio dicendo che quest'anno ho letto troppo poco, meno dell'anno scorso, ho almeno sei libri a casa impilati sul comodino che aspettano solo di essere letti (un comodino figurativo). Purtroppo non è stato il migliore degli anni e questo non mi ha dato né il tempo, né la serenità per sedermi a leggere. Conto sul 2017, diciamo.

La tradizionale lista mostra diversi libri in grassetto, che è cosa buona e giusta (sono quelli che mi sono piaciuti e che consiglio), ma sopratutto tra questi ci sono diversi autori che non avevo mai letto, e quindi belle scoperte che mi sto portando nel 2017 - alcuni proprio sul comodino.
  1. L'uomo duplicato - Saramago
  2. Libertà - Franzen
  3. Una cosa divertente che non farò mai più - Foster Wallace
  4. La verità sul caso Harry Quebert - Dicker
  5. Il cardellino - Tartt
  6. Questa notte mi ha aperto gli occhi - Coe
  7. L'amore non guasta - Coe
  8. La ragazza del treno - Hawkins
  9. Emma - Austen
  10. Il confessore - Nesbo
  11. Trilogia della città di K. - Kristof
  12. Guida galattica per autostoppisti - Adams
  13. Pastorale Americana - Roth
  14. Il piccolo amico - Tartt
  15. La luna e i falò - Pavese
  16. Woobinda - Nove

Saramago continua ad essere una certezza e lo sto centellinando perché lui stesso potrebbe scrivere un libro sulla reazione del mondo quando non ci saranno più libri di Saramago da leggere. L'Uomo Duplicato lo metto al secondo posto dopo Cecità, ti prende proprio allo stomaco e non lo metti mai giù.


Libertà di Franzen è molto bello, lui è in grado di analizzare l'uomo come pochi altri, ma continuo a trovarlo un autore difficile (SI' SONO STUPIDA) e quindi non lo metto tra i preferiti dell'anno. Mi ha invece totalmente conquistato David Foster Wallace con Una cosa cosa divertente che non farò mai più, che non è un romanzo ma un saggio e so che saggio è una parola che fa paura, ma questo fa ridere. Io pensavo di essere una persona brillante, ma a confronto sono tristetristetriiiste. No ok non è che voglio paragonarmi a DFW, ma noi, noi tutti, popolo dell'internet che viviamo di tweet simpatici, gif e meme, noi ci crediamo tanto sarcastici ma siamo dei dilettanti. E voi, se vi ritrovate in queste tre righe qui sopra, questo è il libro per voi.
Spinta dall'entusiasmo avevo deciso anche di affrontare Infinite Jest e poi La scopa del sistemacome raccontavo qui. Purtroppo durante l'anno non sono arrivati momenti migliori che mi hanno permesso di leggere il primo o di riprovare con il secondo (ho lavorato durante tutta l'estate e anche a Natale che bella la vita - ok questo è un altro post).

Il quarto e quinto sono i libri che ho regalato a mia mamma per Natale e poi rubato, ho molto da dire su tutti e due per motivi completamente diversi: La verità sul caso Harry Quebert è stata la grande delusione del 2016, non perché sia il libro più brutto della lista (non lo è), ma per la differenza tra aspettative e realtà. Ne avevo sentito parlare moltissimo, da tante persone e sempre bene, è stato un caso editoriale e ce n'erano pile in tutte le librerie (ok questo di solito è un campanello d'allarme, ma qui non c'era l'aurea da libro di merda) e invece è stato una vera delusione: un thriller molto semplice e lineare, banale e che non sorprende mai. Non bruttissimo, per carità, però MEH. Diciamo leggibile, adatto a quei periodi in cui non riesci a leggere niente e hai bisogno di un libro leggere che vada via liscio e ti faccia riprendere il ritmo, infatti è piuttosto lungo ma va via velocissimo. Una cosa più dignitosa di I love shopping, dai.
Il cardellino è invece BELLISSIMO. Se n'è parlato abbastanza ma non abbastanza, mi è piaciuto così tanto che l'ho regalato a Natale - e sappiamo com'è difficile regalare libri a persone che leggono. Anche questo piuttosto lungo ma credo di averlo letto in tre giorni perché non riesci a staccarti, e ho subito messo Donna Tartt nella lista degli autori da conoscere meglio. Verso la fine dell'anno ho letto di suo anche Il piccolo amico, che ho trovato piuttosto bruttino al punto da pensare di non averlo capito fino in fondo, per poi scoprire che è considerato il suo libro peggiore. Conto di rifarmi con Dio di illusioni che ho già a casa.

I due libri di Coe (arrivati entrambi da Bookmooch) sono piuttosto trascurabili, carini, leggibili, ma niente di speciale o che si avvicini a La casa del sonno, che rimane il mio preferito di Coe.

La ragazza del treno, qualcuno deve avere il coraggio di dirlo, è semplicemente BRUTTO. Smettiamo di parlarne perché davvero qui il caso editoriale non si spiega, siamo davvero al livello di I love shopping, solo di un genere diverso. Oltre che una storia banale e un thriller senza suspance è proprio scritto malino, con frasi che sembrano pensierini.

Fa sempre parte del mio progetto di conoscere Jane Austen la lettura di Emma, un libro molto bello in cui sembra incredibile ma puoi riuscire ad odiare tutti, proprio tutti, per prima lei protagonista. Ho parlato molto da sola leggendo questo libro perché gli insulti che pensavo non potevano rimanere inespressi.

Il confessore di Nesbo è un thriller non molto thriller, non male ma nemmeno niente di entusiasmante, non credo che il genere thriller svedese sia esattamente roba mia.

Quando ho finito La trilogia della città di K mi sono molto arrabbiata perché ne ho parlato sui social e tutti lo conoscevano e nessuno mi aveva detto niente. Amici, questi sono i libri di cui bisogna parlare di più. Consigliatissimo anche a chi (come me) non aveva mai nemmeno sentito nominare il titolo.

Guida galattica per autostoppisti l'ho letto per sfida personale, non so perché avevo in antipatia questo libricino bibbia dei nerd di tutto il mondo. Lo metto tra i libri consigliati perché ci sta, va letto per capire il genere e tutto il fanclub che ci sta attorno, devo dire che mi ha fatto anche un po' venire quell'invidia che ho sempre per quegli scrittori che si sanno inventare interi mondi, ma purtroppo Douglas Adams non avrà un posto nel mio cuore.

Pastorale americana era nella lista di (due) libri che non sono riuscita a finire (insieme a Lessico famigliare della Ginzburg), e onestamente non so perché. L'ho recuperato dalla libreria che aveva ancora il segnalibro a pagina 50 e ricordo che ci avevo provato più di una volta. Ho un po' paura a parlare perché conosco diverse groupie di questo libro e ogni volta che provo a dire qualcosa questo si trasforma in "allora ti ha fatto schifo". Allora mi limito a dire che non è una passeggiata, ma è molto bello, e ci sono alcuni passaggi di cui è facile innamorarsi.
Rimane il fatto che, in ogni modo, capire la gente non è vivere. Vivere è capirla male, capirla male e male e poi male e, dopo un attento riesame, ancora male. Ecco come sappiamo di essere vivi: sbagliando. Forse la cosa migliore sarebbe dimenticare di aver ragione o torto sulla gente e godersi semplicemente la gita. Ma se ci riuscite... Beh, siete fortunati.
La luna e i falò è in questa lista perché ogni tanto mi piace rileggere i classici che tra medie e superiori erano nella lista dei 30 libri da leggere per le vacanze. Molti sono romanzi di formazione che già mi erano piaciuti ma sono convinta che la metà non li ho capiti fino in fondo, e mi piace riscoprirli.

Ho finito l'anno in stranezza con Woobinda di Aldo Nove, uno strano libro di strani racconti scritti in modo strano, che a tratti ti fa venire le rughe tra le sopracciglia a pensare "ma perché?" e a tratti fa ridere. Sono molto curiosa di leggere altro di Aldo Nove, magari non nel genere racconti.

Come detto, ho già un comodino impegnato dalla Tartt, Aldo Nove, Saunders (che non conosco ma mi è stato consigliato). C'è sempre anche Delitto e castigo che ho paura di affrontare. Vorrei leggere qualcos'altro di Pavese e magari qualcosa di Calvino. Voglio assolutamente continuare con Easton Ellis e sono sempre alla ricerca di qualcosa di fantasy che valga davvero la pena.

Se qualcuno vuole consigli nella pagina Books ci sono tutte le liste aggiornate per anno, mentre sotto il tag Books tutti i miei post in cui vagamente parlo di libri (no recensioni perché non mi piacciono - non le so fare - non le voglio leggere).

3 canzoni per la fine del 2016

Faith - Stevie Wonder feat. Ariana Grande


Stevie Wonder lo metto nel gruppone della musica che mi fa felice, se sono triste metto una canzone a caso, inizio a battere il piedino a muovere la testa le spalle a ritmo e canto (a caso, sempre a caso), se sono sola potrei anche alzarmi a ballare qui lo dico e qui lo nego. In questa canzone con Ariana Grande, che per quanto io mi sforzi di considerare una cretina vestita da Bratz con la coda troppo alta e troppo lunga che piace alle quattordicenni, è una bomba: la sua partecipazione alla Wheel of musical impressions di Jimmy Fallon è una delle migliori.

Waste a moment - Kings of Leon


I Kings of Leon non deludono nel 2016 e tirano fuori un album bello che non ha niente da invidiare agli altri più vecchi, e di questi tempi non è per niente scontato. Waste a moment me la vedo molto come canzone da auto per muovere la testa a ritmo e urlare e farsi guardare male da chi ti vede al semaforo.
Molto bella anche Walls, ma sul genere lacrime-ammore-romanticismo abbiamo già un vincitore (vedi sotto), mi pare comunque che il singolo non sia ancora uscito, quindi magari la mettiamo tra quelle del 2017.

Re-arrange - Biffy Clyro


Questa è la canzone che sto ascoltando in loop da giorni, dopo averla sentita in radio definita da Linus "la canzone più bella della fine del 2016" e in effetti ha ragione, Linus ha sempre ragione. È romanticissima e posso già immaginarla nella scena madre di un film romantico hipster, è perfetta per quel momento topico in cui lui e lei costretti a stare lontani per forze di causa maggiore cedono e fanno all'ammore per la prima volta.
I've got a lot of love
And I've got a lot of ways to show it
You should know by now that I'm broken
And I need your help
I wrote a hundred songs
To make sense of the meaningless
I'll un-write them all if you help me clear up this mess
Ovviamente il bacio scatta nel momento in cui lui parte col ritornello "Cause I would never break your heart".
Mi piace così tanto che credo potrebbe anche finire nella pagina Soundtrack dove ho raccolto un po' delle mie canzoni preferite.
Il video (che purtroppo non sono riuscita a caricare qui - questo è il link) è un inno alla unconventional bellezza di Simon Neil (che noi amiamo, spero sia una cosa diffusa) che sembra girato nel mondo di tumblr, ogni singolo fotogramma potrebbe essere estratto ed essere una foto perfetta.

A dicembre si parla di agende

Per i veri fanatici delle agende io sono sicuramente in estremo ritardo, ma a me l'agenda piace comprarla a fine anno. È proprio un rito e penso che se la comprassi a settembre o alla prima occasione in cui ne vedo una carina poi a dicembre mi mancherebbe qualcosa, e finirei probabilmente a comprarne due (o più) che poi non userei. Diciamo che la vedo come un autoregalo, forse un pochino di buon auspicio. 
Nonostante io sia piuttosto ossessiva in molte cose, l'agenda non è una cosa in cui sono costante, nel senso che la vivo normalmente, come una cosa utile come il panno per pulire gli occhiali. Se dovessi decidere di essere costante e di dover avere una bella agenda non ne uscirei viva: un po' come all'università quando avevo scritto gli appunti in modo disordinato (per i miei standard) e quindi li ricopiavo perché mi dava fastidio rileggerli. Ricopiare un'agenda sarebbe decisamente, decisamente, troppo. In più , non mi sento di dover dare così tanta attenzione a una cosa dove scrivo cose poco cool come:
* APERTE NUOVE LENTI A CONTATTO
* PAGARE AFFITTO
* APERITIVO 8:30
* COMPRARE CEROTTO ANTICONCEZIONALE
* RITIRARE SACCHETTI UMIDO

La mia agenda è infatti solo personale, a lavoro ho sempre usato un normale quaderno dove prendere appunti + segnare le cose da fare e ricordare, mentre per le scadenze e gli appuntamenti trovo più comodo Outlook, non sono mai riuscita a utilizzare i planner suddivisi per giorni. Tanto poi le riunioni si spostano e le scadenze si anticipano e avere sempre sottomano un planner disordinato mi farebbe venire solo il nervoso. 
Ovviamente, essendo io comunque un essere umano di genere femminile, essendo abbastanza presente su Instagram e Pinterest, ed essendo attorniata da amiche più o meno fan della cartoleria non sono immune a tutto il business delle agende/planner e c'è sempre un momento iniziale in cui le vorrei TUTTE TUTTE TUTTE. Poi riesco però a capire che in realtà mi piacciono ma non così tanto, che mi sto solo facendo influenzare, che non le userei e mi pentirei dell'acquisto. Il processo è di solito:

  1. Uuuuh che carina, poi la posso anche instagrammare
  2. Ma uhm, forse quelle frasette motivazionali finirei per mandarle a fanculo il secondo giorno, e poi su instagram non mi piace fotografare le cose
  3. Ma che palle questa cosa è dappertutto
E questo non vale solo per le agende ma per tutte le cose carine da fotografare che si vedono sui social: dai dentifrici Marvis ai the di tutti i tipi alle scatole di latta ai saponi da 30 euro. Tra le agende/planner che voglio ma in realtà non voglio: 





(ok però la seconda di Paperchase aiuto aiuto) 

Ho usato per un po' di anni la classica Moleskine: piccola, settimanale e nera. Poi mi sono stufata e da un paio di anni ne ho una del marchio Ciak: abbastanza piccola da stare in borsa, in pelle grossa così non si rovina, l'elastico di traverso la rende un po' "quaderno di una volta". Preferisco la versione giornaliera perché riesco a scriverci molto ma rimane comunque non troppo grossa.



Mi resta solo da scegliere il colore 2017, ma credo andrò sul grigio. 
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